IL BATTISTERO-TOMBA DI ROTARI
E' il monumento più misterioso dell’italia meridionale come lo ha definito E. Bertaux.
Per secoli è stato identificato come il luogo dove venne sepolto il re longobardo Rotari a seguito di interpretazioni di alcuni scritti di Paolo Diacono sulla Historia Langobardorum e di Frà Marcello Cavalieri che ne "Il Pellegrino al Gargano" così riferisce: “il Re Rotario, quegli che pose in iscritto le Leggi Longobarde il cui Codice chiamò editto, venne nell'anno 653 dalla Lombardia sul Gargano apposta a venerar S. Michele ... Magnificò maestosamente la Cappella di S. Giovanni Battista. Morì il Re in Pavia: ma conservò fin all'ultimo fiato viva stima del Gargano Arcangelico; mentre testò di essere seppellito in questa Cappella; la quale oggi per questo si chiama la Reale Tomba”.
La parte più antica della costruzione, bassa e a forma quadrata, risalirebbe al VII-IX secolo mentre la sopraelevazione è stata realizzata nel XII secolo da due cognati, Pagano e Rodelgrimo, di origine longobarda e di condizione socio-economica assai elevata (documenti della Badia di Cava riguardanti Lucera e Monte S. Angelo del 1109, 1112 e 1115).
Il battistero di San Giovanni Battista, detto Tomba di Rotari si trova a pochi metri dalla Basilica di S. Michele e rappresenta assieme alla Chiesa di S. Maria Maggiore il complesso monumentale di S. Pietro, il più antico ed interessante di Monte S. Angelo.
La Chiesa di S. Pietro, demolita nel 1891 si trovava tra la Tomba di Rotari e la Chiesa di S. Maria Maggiore. Di essa oggi restano il seicentesco rosone a traforo posto sul portale d'ingresso, le basi di quattro colonne di granito, e la struttura absidale a semicatino scavata da nicchie risalente al XII secolo.
A sinistra dell'abside si accede alla Tomba di Rotari, che non sarebbe un sepolcro, ma un Battistero dedicato a San Giovanni dove vi sono importanti bassorilievi che sormontano l’ingresso, capitelli ed affreschi interni.
A destra dell’abside vi è la Chiesa di Santa Maria Maggiore, una delle più belle manifestazioni di arte romanico-pugliese. Venne costruita nella prima metà del XI secolo da Leone, arcivescovo di Siponto ed in seguito a distruzione, venne riedificata verso la fine del XII secolo da Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Svevia. La facciata presenta semplici arcate cieche che incorniciano un portale ricco di decori, sculture e bassorilievi. L'interno, a tre navate, presenta affreschi di scuola bizantina.
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