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Le case di Monte

LE CASE DI MONTE S. ANGELO

Le case del Rione Junno-San Francesco, le case baronali e le case a schiera.

 

Le case del Centro storico sono espressione di una civiltà contadina che si è manifestata in specifiche forme architettoniche in risposta alle esigenze della vita quotidiana degli abitanti, della loro organizzazione sociale e della loro cultura.

Nella parte più antica del RIONE JUNNO e successivamente del RIONE S. FRANCESCO, le case sono state costruite a grappoli, saldate tra di loro e spesso con uno spazio esterno comune su cui si affacciano le porte di ingresso, quasi sempre l’unico punto luce. Le abitazioni sono di solito monocellulari situate su uno o due livelli, dotate ognuna di una cisterna e di un suo camino e spesso il portone di accesso al livello superiore è una scalinata esterna. Le strade sono strette e costituite quasi sempre da larghe scalinate dovute alla pendenza del terreno che ha determinato la costruzione di case con notevoli dislivelli.

Nella parte alta della città furono costruite le CASE BARONALI disposte tutte lungo il Corso principale. L’attuale situazione urbanistica non si differenzia molto da quella che era nel XVI-XVII sec. Erano abitate dalla ricca borghesia agraria e dai notabili (professionisti, notai, medici, avvocati). Queste abitazioni rispecchiavano l’architettura provinciale del napoletano: elegante portale di ingresso, atrio, locali al piano terra destinati ai servizi, scalinata di accesso nei locali superiori formati da ampie e luminose camere da letto, sale da pranzo, soggiorno, cucine e camere per la servitù, camini con eleganti comignoli.

Erano modalità diverse di abitare che rispecchiavano i livelli socio-economici della società montanara del tempo.

Alle case baronali e a quelle del Rione Junno seguirono le CASE A SCHIERA dei Rioni Coppa, S. Antonio Abate, Fosso e sotto il Carmine. Le case a schiera sono costruite su due livelli che interessano 2 strade parallele. Il primo livello, ubicato nella strada sottostante, ha un unico punto luce perché la parte posteriore è completamente coperta dalla roccia. Il secondo livello ha il balcone sulla casa sottostante e l’ingresso sulla strada parallela superiore. La strada veniva utilizzata nei periodi caldi a prolungamento dell’abitazione: qui i bambini giocavano mentre le madri svolgevano lavori domestici.

A differenza del Rione Junno, nato senza alcuna pianificazione, i quartieri a schiera hanno un’edilizia organizzata, con una struttura architettonica omogenea dove le lunghe file di case, tutte uguali ed uniformi, sono rese bianche dai numerosi strati di calce che più volte all’anno venivano dati ai muri esterni.

Anche queste case sono espressione della classe contadina ma più evoluta e più emancipata economicamente rispetto al passato.

Qui vi sono precise esigenze abitative e di vita coniugale salvaguardate da tramezzature interne che separano la zona notte dalla zona pranzo-cucina-soggiorno.

 

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